Remarks 121° - Future Planning
Touchpoint 121°
Moment Of Truth

Future Planning.
Summer Edition 7° | Stella Saladino
29 Agosto 2022 | 03:43 Minuti
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936° Giorno
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Buondì, spero tutto bene.
Siamo alla 7° Week della nostra Summer Edition.
Settimana scorsa, in compagnia di Pietro Gagliano abbiamo parlato di Contraffazione, analizzando il mercato, le company nel mercato e le migliori tecnologie in circolazione. Image Processing, Machine Learning e Optical Character Recognition nel Touchpoint 120°→
Oggi parliamo di Scenari Futuri e Thinking in System:

GO↓
Future Planning.
Comprendere e anticipare gli Scenari Futuri.
Sai cosa significa davvero pre-vedere il futuro?
Io ho cominciato a formulare alcune ipotesi dopo aver sviluppato la metodologia innovativa che porto nelle organizzazioni e nelle aziende ispirata a soluzioni implementate da sistemi intelligenti di altri esseri viventi.
Lo so la cosa ti suonerà strana. Quantomeno anomala.
Ma è in fin dei conti questo l'effetto che deve generare.
Uno sguardo divergente è infatti capace di cogliere quei segnali sottili che perlopiù ci sfuggono nella quotidianità. Non sono certo la prima a pensare di ispirarsi a intelligenze aliene, altre rispetto alla nostra umana. Studiare e osservare sistemi intelligenti e complessi in grado di evolvere nel tempo può essere molto interessante, qui puoi approfondire ad esempio la biologia dei sistemi e la bioinformatica→
Facilitare l’estrazione dal mondo intelligente delle piante di strategie, patterns e ispirazioni per esplorare scenari e progetti può consentire di portare innovazione nelle organizzazioni, nelle aziende, nel design, a chi vuole capovolgere la propria mente e scoprire nuovi modi di pensare e di creare.
E se gli indizi sul futuro fossero nel nostro presente?
La capacità di comprendere il nesso fra il nostro presente e il futuro possibile misura l'impatto che avranno le nostre decisioni e azioni sulla nostra vita stessa. Qui mi rifaccio alla filosofa della scienza, Donna Haraway che ci parla proprio di restare a contatto con il “problema” e quindi di poter individuare nel tempo presente tracce di futuro o di possibili soluzioni, sviluppando alcune caratteristiche specifiche.
“Staying with the trouble” libro di Donna Haraway mi ha aperto nuovi varchi di concezione rispetto alla parola “problema” e quindi anche al modo di rapportarci ad esso. Lettura che ti consiglio→
«Problema è una parola interessante. Una delle sue varianti inglesi – trouble – rivela dei legami particolari: deriva da troubler, un verbo francese del tredicesimo secolo che significa «rimescolare», «rendere opaco», «disturbare».
Ci ritroviamo a vivere sulla Terra in tempi confusi, torbidi e inquieti.
[…] A dire il vero, restare a contatto con il problema richiede la capacità di essere veramente nel presente, ma non come un evanescente anello di congiunzione tra passati terribili o idilliaci da un lato e futuri salvifici o apocalittici dall’altro: bisogna essere presenti nel mondo in quanto creature mortali interconnesse in una miriade di configurazioni aperte fatte di luoghi, epoche, questioni e significati.»
Haraway ci offre una concreta possibilità di vivere il problema, anzi di “restare a contatto” con il problema. Non a causa di un senso di smarrimento o di incapacità di gestire la situazione. Quanto piuttosto con l'intenzione prestabilita di capire, esplorare, conoscere quel problema che tanto ci fa paura, ci blocca, ci limita. Immagina di poter mutuare da altri sistemi alcune caratteristiche e nuove skill che ti consentono di poter anticipare (almeno in buona parte) il futuro. E di leggere gli scenari complessi con maggiore abilità.
Quali pensi sarebbero? E cosa ti consentirebbero di fare?
Io al momento ho individuato questa lista, grazie all'estrazione di “modelli cognitivi” funzionali utilizzati dal sistema intelligente delle piante:
→ CONTEXT READING
Lettura del contesto/ambiente e dei suoi retrofeedback e segnali sottili.
→ EXTRASENSIBILITÀ
Sviluppare nuovi sensori – captare informazioni e cambiare i parametri con cui percepiamo il contesto/ambiente.
→ MONITORAGGIO E COMUNICAZIONE CAPILLARE
Interna ed esterna – implementare nuove azioni e strumenti/tool per poterlo fare in maniera efficace e davvero funzionale.
→ RIMANERE A CONTATTO CON IL PROBLEMA
Prima di precipitarsi a risolverlo e vedere cosa succede, osservare, studiare.
I vantaggi che intravedo sono sicuramente 2:
Poter esplorare la complessità da vicino, sapendola leggere e muoversi al suo interno ed effettuare un context reading verosimile, ovvero imparare ad essere maggiormente sensibili al contesto e all'ambiente circostante, sapendone leggere i retrofeedback.
Uno dei problemi principali in cui mi sono imbattuta nelle organizzazioni e nelle aziende è quello di non considerare il presente già futuro. E ancora di più di pensare che le sfide complesse (spesso legate al futuro o all'innovazione) siano fatte di problemi individuabili e separabili, per così dire smontabili, invece che di relazioni fra le cose, fra le persone, fra i fenomeni in generale. Guardiamo il particolare e ci dimentichiamo della dimensione collettiva, delle connessioni, degli ecosistemi. Vogliamo subito semplificare, ottimizzare. Questa è la vera dannazione di quest'epoca che viviamo.
L'innovazione può venire dal passato?
A questo proposito mi è capitato di rileggere oggi nel 2022 (nel futuro che nel 2015 ancora non conoscevo) quindi con quella distanza prospettica che consente di notare maggiormente nuovi aspetti, un interessante articolo dell'Harvard Business Review del 2015 che puoi leggere anche tu qui →
Una delle riflessioni su cui voglio sostare è in particolare questo passaggio che riassumo, sugli innovatori o coloro che si definiscono tali:
...gli innovatori hanno un'inclinazione e una capacità di esaminare ciò che gli altri spesso lasciano non esaminato.
Ecco secondo me è in ciò che nessuno esamina che si annida il futuro, la vera innovazione. Quindi, se vuoi innovazione nella tua organizzazione (continua l'articolo) devi insegnare alle persone a fare quattro cose fondamentalmente:
Sfidare le ortodossie invisibili - dopo un po' pensano tutti allo stesso modo.
Sfruttare le tendenze sottovalutate - per essere un innovatore, non hai bisogno di una sfera di cristallo: hai bisogno di un obiettivo grandangolare.
Sfruttare le competenze e le risorse integrate - gli innovatori vedono la loro organizzazione, e il mondo circostante, come un portafoglio di competenze e risorse che possono essere ricombinate all'infinito in nuovi prodotti e attività. Sono maestri della ricombinazione.
Rispondere a bisogni “non articolati” - per essere un innovatore, devi essere un antropologo inesorabilmente curioso e un etnografo dagli occhi acuti.
Mi sembra siano tutti atteggiamenti ancora validi oggi a distanza di tempo.
Takeaways
Thinking in System.
Credo e spero che arrivati a questo punto sia chiaro che:
→ Puoi ispirarti ad intelligenze altre dalla tua per risolvere problemi e individuare futuri possibili
È sicuramente un processo da guidare con passaggi graduali in azienda, in maniera sistematica, ma guardare a come hanno fatto “altri”, non è un mistero lo si sa, può essere davvero illuminante a volte! E le piante te lo ricordo sono 500 milioni che fanno testing e prototipazione, anticipando diversi futuri ormai diventati presente.
Per avviare questo processo di ibridazione e innescare la tua rivoluzione mentale ecco per te un elenco riepilogativo di alcune riflessioni strategiche che puoi iniziare ad implementare da subito per comprendere e anticipare scenari futuri complessi:
Anticipa i problemi rimanendo sempre in ascolto e connessione con il tuo contesto/ambiente.
Apprezza l'interdipendenza e le interconnessioni fra eventi, dati, persone, fatti, pensieri e riflessioni, tracciane i profili e prova a mapparli con continuità.
Guarda in faccia la complessità, non nasconderla né a te né al tuo team o al tuo gruppo di lavoro. Chiediti quali saranno le conseguenze delle vostre azioni, amplia la tua visione e portala ad una prospettiva sistemica, osserva l'evoluzione del tuo contesto/ambiente da più punti di vista.
Ricorda che l'errore e il fallimento sono forme di apprendimento. Un'ottima occasione per raccogliere più dati e informazioni possibili.
Se ti interessa l'argomento puoi leggerne approfonditamente nel mio libro: "Pensa come una pianta – soluzioni e idee innovative con i modelli cognitivi del mondo vegetale” in uscita ad ottobre nelle librerie, dai un'occhiata qui→
Forse in fin dei conti il segreto è davvero pensarsi come un sistema. Non come tanti individui. Che tu sia una persona singola o un'organizzazione.
→ Thinking in System
Non siamo abituati a pensarci sistema. A pensare oltre alla nostra individualità. Al singolo. Cerchiamo sempre una realtà lineare, una spiegazione deterministica più comoda possibile, in una stretta logica di causa-effetto.
Siamo ostinati e continuiamo a non guardare, a non cogliere le relazioni, le interazioni, i segnali deboli e sottili.
Vivere in una realtà interconnessa necessita forzatamente di nuovi schemi cognitivi e paradigmi. Quindi anche di nuovi modi di guardarla.
Il futuro è là dove nessuno sta guardando ora.
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