Remarks 118° - Look Mom, I'm on TV.
Touchpoint 118°
Moment Of Truth

Look Mom, I'm On Tv.
Summer Edition 4° | Emilia Maria Pezzini
08 Agosto 2022 | 03:43 Minuti
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915° Giorno
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Buondì, spero tutto bene.
Siamo alla 4° Week della nostra Summer Edition.
Settimana scorsa, in compagnia di Roberta Ligossi, abbiamo parlato di Community Economy, e di come utilizzare il Community Design come nuovo approccio alle strategie di marketing e vendita all'interno delle proprie organizzazioni. Il racconto dell'esperienza personale nel Touchpoint 117°→
Oggi parliamo di Public e Media Relations con:

GO↓
Look Mom, I'm On Tv.
Comunicare non è una scelta.
Ci sono business che non hanno grandi ambizioni di crescita o risultati sul mercato. Poi ci sono quelli che hanno bisogno di una strategia per comunicare l’azienda e il brand. Quando un’impresa ha successo, infatti, comunicare non è una scelta, ma una necessità imprescindibile.
Che la comunicazione sia uno strumento che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi aziendali è un dato di fatto comprovato da teorie e casi pratici di ogni tipo. Eppure, non sempre un’impresa nelle sue prime fasi di vita o di dimensioni ridotte percepisce la necessità di andare oltre la strategia di marketing orientata alle vendite e all’acquisizione clienti, raccontando l’azienda e il brand che stanno dietro a prodotti e servizi.
Spesso, inoltre, canali come Public Relations e Media Relations, centrali in una buona strategia di comunicazione, possono “spaventare”, perché i risultati sono difficili da misurare e l’impatto si vede soprattutto nel lungo termine.
Quando il business è solido e raggiunge una certa dimensione, però, presto o tardi ci si accorge che è inevitabilmente necessario interagire con una moltitudine di interlocutori sempre più varia e che l’unica strada per farlo efficacemente è una strategia di comunicazione multicanale, con obiettivi ben definiti e messaggi chiave chiari. Con il successo sul mercato, poi, nella maggior parte dei casi arriva l’attenzione da parte del mondo esterno, anche quando non la si cerca. E allora ci si rende conto che è preferibile guidare il dialogo, piuttosto che esserne un soggetto passivo.
Insomma, quando si cresce o ci si trova all’interno di una grande azienda, diventa evidente anche alle realtà meno “vanitose” o propense allo storytelling il fatto che non si possa davvero scegliere se raccontare il brand, i risultati e la storia di un business, ma ci si debba chiedere come farlo. In un’impresa che intraprende un percorso di comunicazione, chi racconta la storia diventa allo stesso tempo sceneggiatore e regista e per ottenere il successo di pubblico deve innanzitutto conoscere i personaggi in scena.
Actors on Stage.
Comunico Ergo Sum
Il protagonista: leadership e comunicazione
Il leader di un’impresa è il protagonista della comunicazione aziendale e molto spesso la figura che ha maggiori interessi nel vederla funzionare. Ci sono imprenditori e manager che privilegiano una comunicazione il più minimalista possibile, altri a cui piace far rumore ad ogni costo.
Alcuni hanno uno stile fattuale e sobrio, alcuni usano toni sopra le righe o sono iper-comunicativi. Ci sono quelli a cui piace raccontare e raccontarsi e quelli che preferiscono stare lontano dai riflettori, indosserebbero volentieri un casco stile Daft Punk o parlerebbero solo in numeri e tecnicismi di settore.
Moltissimi leader confondono il carisma e il successo nelle relazioni interpersonali con la capacità di comunicare, sottovalutando la necessità di conoscere a 360° i meccanismi di settore. Tanti non riescono a distinguere le novità importanti all’interno dell’azienda da quelle che possono davvero essere rilevanti per il pubblico e notiziabili per i media e, alle volte, rischiano perfino di sfociare in autoreferenzialità o megalomania.
Infine, ci sono imprenditori e manager che rimangono particolarmente scettici di fronte all’utilità della comunicazione e delle attività di PR & Media Relations o che sono completamente estranei alla fame di notorietà, ma, in fondo, anche i meno vanitosi a volte trovano gratificante l’effetto “guarda mamma sono in TV” e, soprattutto, a quasi tutti verrà voglia di ricevere copertura dai media almeno tanto quanto i propri competitor.
In qualsiasi caso, il profilo del “protagonista della storia” è uno degli elementi con cui un comunicatore deve saper “prendere le misure”, sia per raggiungere i risultati sperati, sia per rendere il lavoro efficiente e gratificante per tutte le parti coinvolte.
Co-protagonisti: comparse e personaggi in cerca d’autore
Come dicevamo, quando l’azienda cresce comincia in qualche modo a essere legata a una serie di interlocutori sempre più eterogenei, coinvolti o impattati dalla comunicazione aziendale a vario titolo. La vita di un’impresa, infatti, si popola di un universo di figure con diversi interessi e aspettative per quanto riguarda ciò che viene comunicato dall’azienda e che devono in qualche modo essere conquistati o coinvolti.
Non si tratta più “solo” di convincere il target di riferimento sul mercato, ma anche di saper parlare con stakeholder esistenti e potenziali come i dipendenti, gli investitori, i fornitori, i partner, le istituzioni, che non solo hanno bisogno di ottenere informazioni sull’impresa, ma potrebbero anche avere un interesse nel vederla apparire in un certo modo, la necessità di essere rassicurati o la volontà di diventare parte attiva della comunicazione di un business.
Pensate, tanto per fare un esempio, a un fondo d’investimento che ha bisogno di mostrare a coloro che hanno allocato capitali il successo e la solidità delle imprese in cui ha investito. A una società quotata che ha l’obbligo di diffondere informazioni sulle proprie collaborazioni se “price sensitive”.
O perfino a un giovane talento che vuole convincere la propria famiglia della validità della scelta di trasferirsi a Milano per entrare nel team di una startup. Le storie di diverse realtà, dunque, si incrociano e a volte il pubblico diventa un vero e proprio personaggio: è parte del ruolo del comunicatore saper individuare le diverse esigenze e opportunità e agire di conseguenza.
Per chi comunica un’impresa le strategie a disposizione sono una quantità che tende all’infinito. Scegliere la più adatta al contesto, identificando canali, messaggi e toni, è sicuramente una sfida.
Bisogna conoscere i personaggi della storia e a chi la si racconta.
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